“L’opera nasce in chiave MANON, partendo da tratti elementari una linea curva ed un cerchio (un naso ed sorriso tracciati come un bambino di pochi anni) sul sorriso si è costruito uno scheletro di un tonno con la spina bifida, ha come vertebre dei denti (gli elementi dei nostri sorrisi di felicità) con esattezza 17. Perché questo numero? Perché MANON ricorda la storia della cicala e la formica, ma consapevole che la cicala vive 17 anni sottoterra vicino all’amica formica e canta i suoi ultimi mesi di felicità. Sopra il tonno per gustarlo al meglio Manon offre all’osservatore una fetta di limone, un limone di una buccia bellissima ma del contenuto non ancora maturo. Manon si chiede se la felicità è ciò che l’uomo vuole far vedere o è legato a cose che nel frattempo ci stiamo perdendo, esiste forse un codice che non cambierà mai.